La cannabis può aiutare a curare la leucemia
Sei diverse sostanze non psicoattive
derivate dai cannabinoli avrebbero qualità terapeutiche per individuare e
bloccare le vie attraverso cui si sviluppa il cancro. Lo dice una
ricerca inglese i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista
Anticancer Research.
La cannabis può aiutare a trattare la leucemia. Secondo una ricerca
condotta nel Regno Unito, i cui risultati sono stati riportati dalla
versione francese e americana di Huffington Post, sei diverse
sostanze non psicoattive derivate dai cannabinoli - e cioè, private
delle molecole che danno il senso di stordimento tipico della cannabis -
avrebbero una gamma diversificata di qualità terapeutiche che
andrebbero a individuare e bloccare le vie attraverso cui si sviluppa il
cancro.
CI SONO GIA' I FARMACI Solo negli Stati Uniti la
leucemia uccide ogni anno quasi 24mila persone. Per la ricerca,
pubblicata sulla rivista Anticancer Research e in parte finanziata da GW
Pharmaceuticals, che già produce farmaci derivati dalla cannabis
impiegati nel trattamento delle paralisi indotte da alcuni tipi di
sclerosi, sono state utilizzate sostanze purificate derivate dai
cannabinoli, cioè separate dall'olio di canapa.
Quest'ultima sostanza, ha spiegato Wai Liu, oncologo all'Università di Londra e leader della ricerca, è stata descritta come una sostanza grezza contenente fino a 80-100 cannabinoli differenti. "Non sappiamo ancora quali tra queste sostanze possono essere utili nella cura del cancro e quali, invece, possono essere dannose per l'organismo", ha evidenziato.
Quest'ultima sostanza, ha spiegato Wai Liu, oncologo all'Università di Londra e leader della ricerca, è stata descritta come una sostanza grezza contenente fino a 80-100 cannabinoli differenti. "Non sappiamo ancora quali tra queste sostanze possono essere utili nella cura del cancro e quali, invece, possono essere dannose per l'organismo", ha evidenziato.
I SEI EFFETTI STUDIATI Per il momento, comunque, i
derivati della cannabis estratti e utilizzati da Liu e dal suo team per
studiarne gli effetti sulle cellule leucemiche sono sei: il cannabinolo
(CBD); l'acido cannabidiolico (CBDA); il cannabigerolo (CBG); l'acido
cannabigerolico (CBGA), il cannabigevarin (CBGV) e il rispettivo acido
(CBGVA).
Nonostante i risultati incoraggianti, la sperimentazione non è semplice. E Liu ha sottolineato che al contrario di queste forme purificate, fumare la cannabis non avrebbe nessuna indicazione terapeutica, anzi, può portare a un numero imprecisato di problemi.
Nonostante i risultati incoraggianti, la sperimentazione non è semplice. E Liu ha sottolineato che al contrario di queste forme purificate, fumare la cannabis non avrebbe nessuna indicazione terapeutica, anzi, può portare a un numero imprecisato di problemi.
cadoinpiedi.it
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