Niente tricolore: il sindaco leghista si rifiuta di commemorare Lampedusa




 Il primo cittadino di Gemonio toglie le bandiere a lutto dal municipio adeguandosi alla linea xenofoba del Carroccio: è colpa della Boldrini e della Kyenge




Foto postata sul profilo Facebook di Fabio Felli, sindaco di Gemonio

Protesta del sindaco leghista di Gemonio, Fabio Felli, che ha tolto le bandiere a mezz'asta dal palazzo del Comune del paese, dove è nato Umberto Bossi, e ha deciso di non aderire al lutto nazionale proclamato dal Consiglio dei Ministri per commemorare le vittime della tragedia di Lampedusa.

Felli non ci sta, però, e sul social network attacca sia il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, sia il presidente della Camera, Laura Boldrini con parole pesantissime. E conclude il messaggio con un "io le bandiere le tolgo".

"La presidenza del Consiglio ha disposto per oggi l'esposizione delle bandiere a mezz'asta in segno di lutto. Vergogna, titolano oggi quasi tutti i quotidiani. Io a questo festival nazionale dell'ipocrisia non ci sto", ha scritto Felli in un messaggio su Facebook, sotto il quale ha postato anche una foto in cui viene ritratto mentre rimuove le bandiere.


Felli ha spiegato che la sua decisione di rimuovere le bandiere a mezz'asta dal municipio in provincia di Varese non è un segno di "negazione della sciagura e del lutto per i morti di Lampedusa". "Anzi, il dolore colpisce fortemente", ha aggiunto, contattato al telefono.

"Col mio gesto volevo scuotere le coscienze, nel 2013 non possono succedere cose come queste". Ma, ha continuato, "allo stesso tempo, volevo denunciare l'ipocrisia di chi quando succede un evento così, che andrebbe prevenuto, piagnucola il giorno dopo".


globalist.it
 

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