Rubare ai poveri per sfamare le banche
Come mai nessuno ha lamentato che i soldi pagati dagli italiani non vengano usati per risolvere i problemi sociali, ma dilapidati in aiuti alle banche?
Quella di ieri è stata la giornata delle coincidenze ma stranamente
sulla stampa ufficiale non se ne è accorto nessuno. Perfino il
barricadero "Fatto quotidiano" non scrive una riga sulle strane
combinazioni che riguardano l'economia, le banche e il governo Letta.
Si parla, è vero, degli 8000 esuberi di lavoratori del Monte dei Paschi di Siena, disastrato da amministratori senza scrupoli e senza competenza, come si parla della chiusura di 550 filiali dell'istituto, ma non una parola sul fatto che le larghe intese sono diventate larghissime nel concedere 2 miliardi di euro di aiuti alla Banca che non deve fallire.
A scriverlo, nero su bianco, azzarda solo una testata regionale, LinkSicilia.it, che con Siena c'entrerebbe ben poco, ma alla quale non è sfuggita la curiosa coincidenza di cui sopra e cioè che 2 miliardi di salvataggio per l'Mps sono quasi esattamente l'ammontare di quanto il governo si attende di incassare dall'aumento dell'Iva.
L'occhiello è più che chiaro: il governo Monti un anno e mezzo fa ha erogato circa 4 miliardi di euro alla stessa banca. Ora arriva un altro regalo dal governo Letta. Così vengono spese le tasse degl'italiani: per foraggiare banche fallite e sotto inchiesta da parte della magistratura. Il Consiglio dei Ministri numero 36 in una nota spiega che sottoscriverà nuovi strumenti finanziari emessi dalla banca fino a 3,9 miliardi e saranno contestualmente sostituiti i vecchi Tremonti bond per 1,9mld. Il conto è facile, fa 2 miliardi tondi tondi.
Secondo l'informativa del Consiglio dei Ministri l'intervento si è reso necessario per rispettare l'impegno preso dall'Italia in occasione del Consiglio europeo del 26 ottobre 2011 e a seguito dell'impossibilità, comunicata da Mps di ricorrere a soluzioni private di rafforzamento del patrimonio a causa delle attuali condizioni di mercato altamente volatili.
Se la situazione non fosse dramatica, per lavoratori e risparmiatori, la dizione 'altamente volatili' farebbe sorridere detto da chi ha dissipato miliardi in modo scriteriato per interessi prettamente personali e secondo un altro sito di informazione alternativa, 'Basta casta', si profila una vera e propria nazionalizzazione occulta dell'MPS visto che in Borsa la banca non vale più di 2,5 miliardi di euro.
Questa volta l'Italia non è sola nel paradiso delle banche. Sempre su LinkSicilia.it, torna un classico tormentone antieuropeo ma questa volta con risvolti inquietanti. Che il governo Monti abbia elargito alle banche danaro pubblico mai arrivato alle aziende in difficoltà si dice da tempo, ma in questo caso l'informazione alternativa fornisce dati sbalorditivi, che peraltro sono quelli ufficiali dell'Unione, ma - si sa - in genere non li legge nessuno: "tra il 1° ottobre 2008 e il 1° ottobre 2012, la Commissione Europea ha approvato aiuti al settore finanziario, cioè alle banche e agli istituti finanziari, per un importo complessivo di 5.058 miliardi di euro, vale a dire il 40,3% del Pil dell'intera Unione Europea!
La maggior parte degli aiuti, 3.394 miliardi di euro (27,7% del Pil della Ue), è stata destinata a garanzie sulle obbligazioni bancarie e sui depositi. Il resto, circa 1.600 miliardi di euro, come riporta uno studio sugli aiuti di Stato della Commissione UE, è stata fornita alle banche sotto forma di sostegno di liquidità (1.174 miliardi di euro) e a sostegno della solvibilità delle banche stesse (442 miliardi di euro).
In altre parole, quasi la metà di tutti ii soldi pagati in tasse non solo i soldi degli italiani ma da tutti i cittadini europei, sarebbero serviti a risolvere i problemi delle banche male amministrate o che hanno fatto azzardi nei loro investimenti. Un'altra sorpresa è scoprire che il 60% di queste cifre enormi è andato a finire nelle casse delle banche della Gran Bretagna (che nemmeno è nell'Euro), dell'Irlanda e - udite udite - della Germania.
Qualcuno penserà che, se somme così ingenti sono state concesse agli istituti di credito, altrettanto sarà stato utilizzato per agevolare la crescita delle imprese e del territorio. Bene, la relazione sugli aiuti di Stato concessi dagli Stati membri dell'Ue ci informa che nel periodo 2009-2012, gli aiuti alle imprese in tutto il Continente sono stati 60,0 miliardi di euro, pari a un misero 0,48% del Pil dell'Unione Europea.
Come dire che per ogni euro dato alle banche, alle imprese è arrivato un bel centesimo... Come mai, fino ad ora, nessuno, tra i politici italiani o tra i media, ha sollevato seriamente il problema? Come mai nessuno, sino ad oggi, ha lamentato che i soldi pagati dagli italiani (e da tutti gli altri europei) non vengano usati per risolvere i problemi sociali, infrastrutturali e delle imprese, ma dilapidati, in aiuti alle banche?
Si parla, è vero, degli 8000 esuberi di lavoratori del Monte dei Paschi di Siena, disastrato da amministratori senza scrupoli e senza competenza, come si parla della chiusura di 550 filiali dell'istituto, ma non una parola sul fatto che le larghe intese sono diventate larghissime nel concedere 2 miliardi di euro di aiuti alla Banca che non deve fallire.
A scriverlo, nero su bianco, azzarda solo una testata regionale, LinkSicilia.it, che con Siena c'entrerebbe ben poco, ma alla quale non è sfuggita la curiosa coincidenza di cui sopra e cioè che 2 miliardi di salvataggio per l'Mps sono quasi esattamente l'ammontare di quanto il governo si attende di incassare dall'aumento dell'Iva.
L'occhiello è più che chiaro: il governo Monti un anno e mezzo fa ha erogato circa 4 miliardi di euro alla stessa banca. Ora arriva un altro regalo dal governo Letta. Così vengono spese le tasse degl'italiani: per foraggiare banche fallite e sotto inchiesta da parte della magistratura. Il Consiglio dei Ministri numero 36 in una nota spiega che sottoscriverà nuovi strumenti finanziari emessi dalla banca fino a 3,9 miliardi e saranno contestualmente sostituiti i vecchi Tremonti bond per 1,9mld. Il conto è facile, fa 2 miliardi tondi tondi.
Secondo l'informativa del Consiglio dei Ministri l'intervento si è reso necessario per rispettare l'impegno preso dall'Italia in occasione del Consiglio europeo del 26 ottobre 2011 e a seguito dell'impossibilità, comunicata da Mps di ricorrere a soluzioni private di rafforzamento del patrimonio a causa delle attuali condizioni di mercato altamente volatili.
Se la situazione non fosse dramatica, per lavoratori e risparmiatori, la dizione 'altamente volatili' farebbe sorridere detto da chi ha dissipato miliardi in modo scriteriato per interessi prettamente personali e secondo un altro sito di informazione alternativa, 'Basta casta', si profila una vera e propria nazionalizzazione occulta dell'MPS visto che in Borsa la banca non vale più di 2,5 miliardi di euro.
Questa volta l'Italia non è sola nel paradiso delle banche. Sempre su LinkSicilia.it, torna un classico tormentone antieuropeo ma questa volta con risvolti inquietanti. Che il governo Monti abbia elargito alle banche danaro pubblico mai arrivato alle aziende in difficoltà si dice da tempo, ma in questo caso l'informazione alternativa fornisce dati sbalorditivi, che peraltro sono quelli ufficiali dell'Unione, ma - si sa - in genere non li legge nessuno: "tra il 1° ottobre 2008 e il 1° ottobre 2012, la Commissione Europea ha approvato aiuti al settore finanziario, cioè alle banche e agli istituti finanziari, per un importo complessivo di 5.058 miliardi di euro, vale a dire il 40,3% del Pil dell'intera Unione Europea!
La maggior parte degli aiuti, 3.394 miliardi di euro (27,7% del Pil della Ue), è stata destinata a garanzie sulle obbligazioni bancarie e sui depositi. Il resto, circa 1.600 miliardi di euro, come riporta uno studio sugli aiuti di Stato della Commissione UE, è stata fornita alle banche sotto forma di sostegno di liquidità (1.174 miliardi di euro) e a sostegno della solvibilità delle banche stesse (442 miliardi di euro).
In altre parole, quasi la metà di tutti ii soldi pagati in tasse non solo i soldi degli italiani ma da tutti i cittadini europei, sarebbero serviti a risolvere i problemi delle banche male amministrate o che hanno fatto azzardi nei loro investimenti. Un'altra sorpresa è scoprire che il 60% di queste cifre enormi è andato a finire nelle casse delle banche della Gran Bretagna (che nemmeno è nell'Euro), dell'Irlanda e - udite udite - della Germania.
Qualcuno penserà che, se somme così ingenti sono state concesse agli istituti di credito, altrettanto sarà stato utilizzato per agevolare la crescita delle imprese e del territorio. Bene, la relazione sugli aiuti di Stato concessi dagli Stati membri dell'Ue ci informa che nel periodo 2009-2012, gli aiuti alle imprese in tutto il Continente sono stati 60,0 miliardi di euro, pari a un misero 0,48% del Pil dell'Unione Europea.
Come dire che per ogni euro dato alle banche, alle imprese è arrivato un bel centesimo... Come mai, fino ad ora, nessuno, tra i politici italiani o tra i media, ha sollevato seriamente il problema? Come mai nessuno, sino ad oggi, ha lamentato che i soldi pagati dagli italiani (e da tutti gli altri europei) non vengano usati per risolvere i problemi sociali, infrastrutturali e delle imprese, ma dilapidati, in aiuti alle banche?
Ivo Mej
globalist.it
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